Il Caso Studio del Condominio Goldoni che risparmia l’80% dell’energia.


Il condominio Goldoni rappresenta un esempio tangibile delle potenzialità delle tecnologie oggi applicabili per l’efficienza energetica degli edifici, dimostrando che l’integrazione tra Impianto Fotovoltaico e Pompe di Calore come unico sistema di riscaldamento centralizzato è possibile e altamente vantaggiosa. Questa sinergia non solo promuove l’autosufficienza energetica, ma offre un modello per una gestione intelligente e sostenibile delle risorse, indicando la direzione verso un futuro energetico oggi sempre più attuale.

Il condominio è composto da quattro unità abitative con una superficie totale di 420mq ha posto come condizione iniziale la possibilità di abbandonare completamente il gas metano come vettore energetico. Gli inquilini si sono quindi dotati di piani cottura a induzione mentre il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria sono stati delegati a due pompe di calore elettriche aria/acqua.

Le due caldaie a metano da 25kW sono state sostituite da due pompe di calore da soli 12,7kW termici. La potenza impegnata è stata quindi dimezzata anche grazie all’installazione di un sistema di Building Automation che permette l’ottimizzazione del funzionamento dei singoli componenti per la massima resa del sistema.
Le Pompe di Calore sono alimentate da un impianto fotovoltaico condominiale della potenza di 13kW con un sistema di accumulo da 20 kW.

L’energia in eccesso viene venduta alla rete di distribuzione pubblica, con i ricavi equamente divisi tra i condomini. Oltre a ciò, ogni unità ha un impianto fotovoltaico separato da 4,1kWp e 15kWh di accumulo, per le esigenze personali, prima di tutte la cottura.

La comunità dei residenti non ha ancora deciso se costituire un gruppo di autoconsumo, perché avendo fruito del Superbonus per la costruzione dell’impianto non ha diritto alle tariffe incentivanti del GSE.

L’intervento ha complessivamente permesso all’edificio di passare dalla classe energetica D alla classe A4 e di risparmiare 30.800kWh pari a oltre l’80% dell’energia complessivamente necessaria al sistema edificio/impianto. Dati alla mano, l’intervento sarebbe stato conveniente anche se realizzato senza il Superbonus.

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